Introdotto nel 2005, l’ADBlue aiuta a ridurre le emissioni inquinanti delle auto diesel dotate di tecnologia SCR per il trattamento dei gas di scarico.
A seguito dello scoppio del dieselgate, l’industria automobilistica ha dovuto fare i conti con una crescente diffidenza nei confronti dei motori a gasolio. Per questo, le principali Case produttrici – ed in particolare quelle tedesche, le più coinvolte nello scandalo – hanno profuso sforzi crescenti per sviluppare tecnologie in grado di rendere le motorizzazioni diesel più ‘pulite’ e meno inquinanti, così da poter rispettare le norme – sempre più rigide – in materia di emissioni inquinanti.
Una delle tecnologie che più si sta diffondendo è l’SCR (ovvero la Riduzione Catalitica Selettiva) che migliora la capacità dei sistemi di trattamento dei gas di scarico di limitare le emissioni inquinanti. L’efficacia del Selective Catalytic Reduction viene implementata da uno specifico prodotto, denominato Urea AUS 32, che ricade sotto l’egida del marchio registrato ‘ADBLue‘ di proprietà della VDA (Verband Der Automobilindustrie), ovvero l’associazione tedesca dei costruttori di veicoli.
Cos’è l’ADBlue auto e come funziona
Come riportato sul sito della VDA, l’ADBlue “è una soluzione al 32.5% di urea in acqua deionizzata ed è richiesto da molti veicoli a diesel che circolano sulle strade europee”. A differenza del gasolio, appare sotto forma di liquido chiaro, non è tossico, può essere facilmente maneggiato in sicurezza e non è pericoloso per l’ambiente; la VDA specifica, inoltre, che “l’ADBlue non è un carburante né un additivo“.
L’utilizzo del prodotto è regolamentato dalle direttive ISO 22241 (dalla 1 alla 4) che devono essere rispettate da tutti i licenziatari della VDA. I produttori di urea che sono interessati ad ottenere una licenza dal parte dell’associazione, devono sottoporsi ad un test qualitativo riguardante sia il sito di produzione che la rete di distribuzione.
Nello specifico, l’ADBlue viene contenuta in un serbatoio separato e viene immesso, tramite un apposito nebulizzatore, nel sistema di scarico. Qui si innesca la reazione chimica che implementa l’effetto ‘pulente’ della soluzione: complice un aumento della temperatura, l’ADBlue si trasforma in ammoniaca ed anidride carbonica: queste due sostanze si legano ai NOx prodotti dal sistema di scarico dell’auto, tramutandole in azoto e vapore acqueo. Come detto, la soluzione viene utilizzata in presenza del sistema SCR che è obbligatorio sui modelli di auto omologati secondo il protocollo Euro 6. Dal momento che la normativa è piuttosto recente, l’ADBlue si sta diffondendo sempre più, malgrado si tratti di una soluzione tutt’altro che definitiva.
Prescrizioni tecniche per la conservazione dell’ADBlue
L’utilizzo dell’ADBlue – in commercio fin dal 2005 per i veicoli commerciali pesanti – impone alcuni accorgimenti, in particolare per quanto concerne le modalità di conservazione. In un documento del 2014, la VDA elenca una serie di precauzioni da osservare per i contenitori di capacità superiore ai 5 litri.
Anzitutto, i contenitori devono essere puliti e ben sigillati, per evitare contaminazioni del liquido; le superfici che possono venire a contatto con l’ADBlue devono essere libere da qualsiasi residuo di materiale (quali olio, gasolio, grasso, prodotti detergenti, sporco o altre sostanze). In aggiunta, il liquido non può venire a contatto con alcuni materiali, ovvero rame, leghe di rame, acciaio al carbonio, acciaio galvanizzato, zinco, piombo, alluminio e leghe di alluminio.
Al fine di non alterarne le caratteristiche, l’ADBlue va conservato ad una temperatura massima di 25° (e per un periodo non superiore ai 18 mesi), al fine di evitare la precipitazione dei cristalli e l’idrolisi. Per prevenire la cristallizzazione, invece, la temperatura di conservazione non deve essere inferiore ai -5°; in aggiunta, la VDA consiglia di non esporre i contenitori alla luce del sole per evitare sbalzi di temperatura.
Il consumo e i modelli che lo utilizzano
In genere, un modello di auto diesel di medie dimensioni dotato di sistema SCR monta un serbatoio ADBlue da 10 litri (contraddistinto da un tappo di colore blu); il dispendio della soluzione è di circa il 5% del carburante, ragion per cui si possono percorrere fino a 1000 km con 1.5 litri di liquido; il consumo può anche diminuire in base allo stile di guida ed al carico al quale viene sottoposta la vettura. L’impianto ADBlue è dotato anche di specifici sensori che informano il conducente sulla quantità di soluzione presente nel serbatoio, avvisandolo quando è il momento di fare rifornimento (si tratta di un elemento da non sottovalutare, dal momento che la normativa europea impedisce di avviare l’auto quando il serbatoio della soluzione di urea è vuoto).
Per quanto riguarda le auto che prevedono l’utilizzo obbligatorio dell’ADBlue, l’elenco è ristretto a quelle dotate di motorizzazione diesel Euro 6 equipaggiate con il sistema di riduzione catalitica. La lista comprende la Chevrolet Cruze, la Jaguar XE, la Porsche Cayenne (solo quella commercializzata negli Stati Uniti), l’Opel Zafira 2.0 CDTI e la Mazda CX-7. A questi pochi modelli si aggiungono tutti quelli in gamma di alcune Case costruttrici che producono autovetture con motori a diesel specifici:
- Volkswagen (serie BlueMotion);
- Audi: Clean Diesel Series;
- BMW: BluePerformance Series;
- Citroën e Peugeot: motori BlueHDI;
- Mercedes: motori Blue Tec.
ADblue distributori e licenziatari in Italia
Le società e i distributori in possesso di una licenza della VDA sono presenti in tutto il mondo; nel complesso sono 188, tra singoli distributori e Case costruttrici. In Italia, sono in possesso di una licenza VDA di tipo W (ossia ‘Worldwide license’) ENI S.p.A., Gruppo FIAT, Iveco e Maserati. Sono invece otto i distributori con licenza europea presenti sul territorio nazionale:
- Avion Service Srl, Montichiari
- Azotal Spa, Bergamo
- Bluebasic Srl, Sirmione
- Brenntag Spa, Assago
- Chimitex Spa, Fagnano Olona
- Chimpex Industriale Spa, Caivano
- Ilario Ormezzano SAI S.p.A., Gaglianico
- Piusi S.p.A., Suzzara
ADBlue prezzo
L’ADBlue è acquistabile, oltre che presso i distributori stradali di carburanti, anche presso i concessionari e i negozi di ferramenta. In genere il prodotto viene venduto in taniche da 10 litri a circa 15 euro (per un costo ADBlue a litro non lontano da quello della benzina); il prezzo aumenta se, assieme al liquido, si acquista anche il kit per versare il liquido all’interno del serbatoio; alcuni siti di e-commerce consentono anche di comprare quantitativi maggiori di ADBlue (in commercio vi sono il formato da 200 litri o quello da 1000 litri), indicati soprattutto per i mezzi pesanti.
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